Oggi, soprattutto nelle città, sta cambiando il concetto di spostamento, sempre più orientato verso opzioni più sostenibili, come il car sharing e la mobilità integrata.
VENERDI 22 AGOSTO 2025 | DI CLAUDIO VENTURELLI | TEMPO DI LETTURA: 2 MINUTI
*Questo articolo è uscito nel numero di Luglio-Agosto 2025 di Terre & Culture come Editoriale.
Negli ultimi anni l’Italia, come molti altri Paesi europei, ha assistito a una drastica contrazione del mercato dell’auto: le immatricolazioni sono calate con contrazioni di oltre il 10% in periodi recenti. Allo stesso tempo, la produzione nazionale è precipitata: nel solo gennaio 2025 si è registrato un calo del 63% rispetto all’anno precedente, segnando una perdita del 25% rispetto al dato del 2024.
A differenza di ciò che spingeva i giovani nati alla fine del secolo scorso ad ambire al possesso di un’auto propria, oggi si assiste a un disinteresse molto diffuso forse anche per i costi elevati e la diminuzione del potere d’acquisto.
D’altra parte il mercato parla chiaro e andando a spulciare i listini per vedere quanto costano le auto oggi, scopriamo che il prezzo medio di un’auto nuova in Europa è salito del 35% fra il 2018 e il 2024, mentre in Italia l’inflazione è stata del 18% ma i salari sono aumentati solo del 12%: un gap enorme che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie. Poi ci sono i costi di gestione di un’auto. L’assicurazione RC Auto per i giovani neopatentati supera mille euro all’anno, con un aumento del 43% in soli due anni, senza contare i costi dei carburanti, ormai alle stelle. Ed ecco che anche chi volesse, viene scoraggiato in partenza. Tra il 2011 e il 2021 (alcune fonti indicano 2012–2022), le auto intestate a under 25 sono diminuite circa del 33–43 %, passando da oltre un milione a meno di 600 000. Si ipotizza che dietro a queste scelte ci siano anche questioni etiche, in fondo le auto inquinano e i giovani si stanno sensibilizzando a questo importante problema che li riguarda in prima persona, giorno dopo giorno e preferiscono opzioni più sostenibili. Il car sharing e la mobilità integrata (bici, monopattini, trasporto pubblico) stanno guadagnando terreno, soprattutto nelle città. Le giovani generazioni preferiscono non possedere un’auto se possono muoversi con servizi condivisi quando serve. Fatto sta che solo il 46% dei giovani ottiene la patente a 18 anni (contro il 72% degli over 50). Insomma, possiamo affermare che l’auto ha perso valore simbolico: non è più una tappa dell’emancipazione né uno status symbol, specialmente per la Generazione Z.
Purtroppo, però, l’illusione di potersi spostare agevolmente solo con mezzi condivisi e con quelli pubblici svanisce non appena si esce dalle città più grandi, come Milano, Roma, Bologna, Napoli, Firenze, Torino. Così quei giovani che non hanno l’auto fanno fatica a vivere nei piccoli centri soprattutto quando iniziano a entrare nel mondo del lavoro, difficile da trovare sotto casa. La rinuncia all’auto può essere vista con un certo ottimismo dal punto di vista ambientale, ma come contraltare c’è una sorta di disinteresse da parte della politica a creare infrastrutture capaci di sostenere queste scelte che rende complicato il vivere quotidiano di chi non possiede un mezzo proprio. Nei Paesi del Nord Europa possedere un’auto in città è diventato un lusso per pochi, visti i costi dei pochi parcheggi disponibili su strada, però volendosi spostare si può contare su una rete di trasporti pubblici efficiente e … puntuale. Forse i giovani di oggi che saranno i decisori del domani, hanno qualche idea innovativa per sostenere una mobilità diversa da quella attuale.
E che dire, la speranza è l’ultima a morire.
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