Laguna di Orbetello, in provincia di Grosseto.
VENERDI 20 GIUGNO 2025 | DI CLAUDIO VENTURELLI | TEMPO DI LETTURA: 2 MINUTI
*Questo articolo è uscito nel numero di Maggio-Giugno 2025 di Terre & Culture come Editoriale.
La primavera del 2025 è iniziata con piogge e caldo che hanno favorito lo sviluppo di zanzare e altri insetti che le assomigliano solo nell’aspetto ma, per nostra fortuna, non hanno il vizio di pungere.
Le numerose segnalazioni da parte dei cittadini preoccupati hanno fatto scattare dibattiti e discussioni sul perché di tali presenze e sui potenziali rischi per la salute pubblica. Il fenomeno si è manifestato in modo particolare nella Laguna di Orbetello in Maremma, sul Lago Trasimeno in Umbria e nella Laguna veneta. Gli esperti chiamati in causa hanno subito tranquillizzato i sindaci ma non i cittadini che hanno continuato a porre domande su tutti i canali social creando anche un po’ di confusione e di allarmismo ingiustificato. Ma chi sono questi sosia delle zanzare che creano sciami di milioni di individui svolazzanti in sciami visibili vicino a specchi d’acqua? Sono chironomidi, insetti appartenenti alla famiglia Chironomidae nell’ordine dei Ditteri. Anche se non sono pericolosi per l’uomo, la loro presenza in grandi quantità può provocare disagi, soprattutto in aree residenziali o turistiche.
Sono insetti che, come le zanzare, necessitano di acqua per compiere il loro ciclo vitale, composto da quattro fasi: uovo, larva, pupa e adulto. Le larve si sviluppano nei sedimenti di fiumi, laghi, stagni e perfino in ambienti salmastri. Alcune di esse sono note come “larve rosse”, colore dovuto alla presenza di emoglobina, che permette loro di sopravvivere anche in acque con poco ossigeno. Dopo un periodo che varia da poche settimane a diversi mesi, le larve si trasformano in pupe e infine in adulti alati. Gli adulti hanno vita breve – spesso solo pochi giorni – durante i quali si dedicano esclusivamente alla riproduzione. Al di là del fastidio che possono arrecare, i chironomidi svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi acquatici. Le loro larve si nutrono di detriti organici, contribuendo alla decomposizione della materia e al riciclo dei nutrienti. Inoltre, sono una fonte alimentare essenziale per molti predatori, tra cui pesci, anfibi e altri invertebrati acquatici. Grazie alla loro sensibilità alle variazioni ambientali, inoltre, i chironomidi sono anche utilizzati come bioindicatori della qualità delle acque. La composizione delle comunità di chironomidi può fornire preziose informazioni sullo stato di salute di un ecosistema.
Gli inverni particolarmente miti e l’aumento della temperatura delle acque, uniti alla presenza di habitat favorevoli, favoriscono la sopravvivenza delle larve dando origini a imponenti e contemporanee esplosioni numeriche di chironomidi.
Trattandosi di un gruppo ecologicamente utile e legato agli ecosistemi acquatici, è impensabile un’eliminazione totale. In particolari situazioni va programmato uno studio del territorio per pianificare interventi mirati e sostenibili, che rispettino l’equilibrio ecologico senza aggravare il problema.
Per favorire una convivenza consapevole con questi piccoli ma importanti abitanti degli ambienti umidi, il problema va affrontato anche sul piano della comunicazione, volta a fornire informazioni semplici ma indispensabili per evitare allarmismi ingiustificati.
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