Tracimazione della diga di Ridracoli

 

 
EDITORIALE
La diga di Ridracoli
e i nuovi scorci naturalistici

MARTEDI 18 APRILE 2023 | DI CLAUDIO VENTURELLI | TEMPO DI LETTURA: 1 MINUTO

 *Questo articolo è uscito nel numero di Marzo-Aprile 2023 di Terre & Culture come Editoriale

 

 

Un luogo davvero incantevole, quello che ospita il lago di Ridracoli creato artificialmente con lo sbarramento del Fiume Bidente e del più breve Rio Celluzze, nei comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia, sull’Appennino Romagnolo, a 557 metri slm.

 Oggi la diga è considerata uno dei beni più preziosi per il territorio romagnolo ma prima che fosse costruita è stata oggetto di scontri molto aspri con la popolazione del luogo ma soprattutto con le associazioni ambientaliste. Dagli anni ’80 la diga di Ridracoli rifornisce d’acqua oltre un milione di persone che vivono nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.

In questi ultimi anni la siccità ha fatto scendere il livello del lago a tal punto da far tremare le gambe a molte persone, ma poi, quasi per magia, Ridracoli riesce a riprendersi e proprio nelle scorse settimane ha offerto lo spettacolo della tracimazione, che attira molti turisti affascinati da quella cascata di oltre 100 metri. L’ambiente che si può osservare è certamente diverso da quello che c’era prima del 1974, anno in cui sono iniziati i lavori, però rappresenta una meta dal forte impatto turistico e ambientale a pochi chilometri dalla ben più famosa Riviera Romagnola.

L’invaso si allunga per quasi 5 chilometri  verso l’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, dove flora e fauna si intrecciano dando origine a un ecosistema che si mantiene in buona armonia e che può ospitare chi vuole visitarlo, nel rispetto delle regole più elementari, facendo una bella camminata, pedalando nei sentieri tracciati ad arte o sfruttando canoe e battello elettrico per una gita sull’acqua.