AMBIENTE
Una strada già tracciata ma inevasa

Interconnessione tra uomo e ambiente

 

SABATO 21 OTTOBRE 2023 | DI CLAUDIO FRANZONI | TEMPO DI LETTURA: 2 MINUTI

 *Questo articolo è uscito nel numero di Settembre-Ottobre 2023 di Terre & Culture nella rubrica Il Pennino

 

 

Ed eccomi a scrivere di uno Speciale importante che è monito e speranza che qualcosa cambi nell’approccio all’emergenza climatica e territoriale. In questo numero leggerete articoli di firme illustri e, lasciatemelo scrivere, per una volta, di documentati “chi a chi” e “cosa a cosa” riguardanti riflessioni sul disastro di maggio in Emilia Romagna, sulla necessità della salvaguardia della natura, su quello che si poteva fare e non si è fatto, misto all’amarezza e all’incredulità di quanto tempo abbiamo perso in quisquiglie quando invece la strada per salvaguardare l’ambiente e salvaguardarci come esseri umani è già tracciata, ma inevasa. E le conseguenze le abbiamo vissute ancora una volta. Per uno come me, agronomo, ecologo, scrittore, e innamorato della conservazione della natura e dell’ambiente, questo Speciale mi ha confermato, nelle varie firme, del fatto che chi ha regolato la vita del pianeta su soli interessi di natura economica e politica, debba ricredersi e considerare che è arrivato il momento che si inizi a concretizzare, con soluzioni pratiche, che l’uomo è parte della natura, che tale rapporto si basa su connessioni interdipendenti e, concetto forse dimenticato, che noi abbiamo bisogno della Natura e non viceversa. Dimenticata, probabilmente ignorata. Invece, come è spiegato molto bene nello Speciale, da riprendere perché sembra scontato, ma non lo è, la salvaguardia dell’ambiente dovrebbe avere livelli di tutela primari e assoluti che spesso vengono visti come ostacolo alla gestione del territorio e ai giochi di potere. Tanti temi riportati, dunque, nello sfondo del fango, della desolazione, delle frane, della voglia e necessità di ripartire al più presto. Un vademecum importante per tutti quelli che sentono nel cuore, e credono che ne sia etica, l’ambiente e la salvaguardia di tutto ciò che vive in esso e che è stato distrutto. Un semplice mea culpa? La perturbazione aveva carattere eccezionale? No, sarebbe troppo facile. Come è ben specificato nei tanti interventi riportati nello Speciale, è stato rintracciato un avvertimento importante inviato a chi ha sempre parlato, sfruttato e dilapidato il bene più assoluto che abbiamo: dopo la nostra vita, la Natura e con la Natura i nostri territori che si sa sono fragili per la loro stessa natura geologica, e gli alberi e con gli alberi le zone che ne devono salvaguardare l’esistenza, ma con personale specializzato, ben preparato. Avvertimento che deve nascere e costruirsi in noi inderogabile, non come passo per farne centro di discussioni inutili, o simposi dove si dice di cambiare tutto quando in realtà non si cambia niente o troppo poco, ma quale sentimento di amore e condivisione con tutto ciò che ci circonda. Un ultimo monito anche ricordato: l’aumento delle temperature oltre i 40°C compromette la fotosintesi, quindi la vita degli alberi e la nostra perché gli alberi, oltre ad assorbire CO2, ad essere ambiente indispensabile alla biodiversità, ci permettono di respirare.