Il paesaggio culturale italiano è un insieme di elementi unici che vanno dalle opere d'arte alle chiese, dalle rovine di edifici antichi  alle tradizioni millenarie di ogni terra, fino a meravigliosi scorci naturali, luoghi di ispirazione per viaggiatori e artisti (ph: Parco del Monte Subasio, in Umbria). 

 
Il turismo virtuale
Pericolo o risorsa? La tecnologia ci sorprende ogni giorno con le sue innovazioni e con essa anche la tradizionale esperienza turistica sembra destinata a cambiare volto e il rapporto che essa ha sempre avuto con il paesaggio circostante

MARTEDI 10 APRILE 2020 | DI LORENZO FRANZONI | TEMPO DI LETTURA: 3 MINUTI

*Questo articolo è uscito nel numero di Marzo-Aprile 2020 di Terre & Culture, nella rubrica Attualità

 

 

Viaggiare è come leggere un libro, capita sempre qualcosa di inaspettato che ci sorprende, ci emoziona o ci fa riflettere, anche se, nel mondo della tecnologia che avanza ogni giorno con passi da gigante, per visitare un luogo e scoprirne gli angoli più nascosti saranno sempre meno necessari bagagli, pagine ingiallite ed immaginazione. Come? Attraverso la realtà virtuale, che già da anni ci ha abituato a camminare con Google in ambientazioni fotorealistiche in giro per il mondo o in luoghi di interesse culturale senza fastidiosi imprevisti, senza condizioni climatiche avverse, senza lunghi e tediosi voli, senza incomprensioni linguistiche, un’esperienza turistica comoda, sicura e coinvolgente che ci “prepara” a 360 gradi alla realtà e a quello che magari un giorno andremo a visitare.Un assaggio simulato, un po’ come è stato per Expo 2015, che offriva un tour virtuale prima della sua apertura per anticiparne i contenuti ai visitatori, un po’ come sempre più spesso accade negli hotel, che mettono a disposizione della rete una panoramica tridimensionale dei propri spazi, per coinvolgere maggiormente i turisti ed essere il più trasparenti possibile.

Non dimentichiamoci dell’aspetto didattico di questa realtà alternativa, in quanto essa riesce a comunicare efficacemente determinate informazioni offrendo un apprendimento interattivo su musei o su siti di intrinseco valore storico, artistico ed architettonico attraverso modelli 3d. Roma Reborn ad esempio è stato un tentativo riuscito da parte di Google Earth di ricostruire la città eterna nelle sue vesti antiche e riportare indietro il visitatore di oltre duemila anni, tra monumenti e luoghi simbolo.

Ormai fa parte della nostra quotidianità, sempre più connessa e purtuttavia sempre più distante nei rapporti interpersonali, che inquadra la realtà in un post, in un tweet o in un tag ancor prima che essa sia vissuta e scoperta nelle sue mille sfaccettature. Un approccio a impatto zero sull’ambiente, ecosostenibile diremmo noi, che offre tutto ciò di cui abbiamo bisogno per soddisfare la nostra curiosità e il nostro naturale bisogno di scoprire senza effetti collaterali su ciò che circonda. Comodo, sicuro e ragionato.

Ecco però che quello strumento che ci ‘prepara’ o ci ‘informa’ sulla realtà rischia, molto spesso, di ‘sostituirsi’ ad essa, divenendone la chiave di lettura privilegiata o primaria.É difficile oggi immaginare un turismo completamente virtuale, non solo per l’impatto economico che esso avrebbe sul turismo ‘reale’, ma  anche per il fatto che alla lunga l’ammirare virtualmente paesaggi e monumenti unici porterebbe probabilmente all’effetto opposto, ovvero al desiderio di visitarli per davvero, scoprire con i propri occhi le forme dell’arte, gustare i sapori di una terra sconosciuta, sentire i profumi che si sprigionano da qualche angolo nascosto di antiche vie, toccare con mano mura millenarie o ascoltare la vita che anima ogni luogo. Questo la realtà virtuale non sarà mai in grado di restituircelo a pieno, per quanti sforzi essa possa fare nell’ottica di migliorare o semplificare la visione che l’uomo ha della realtà, per prepararlo od informarlo su di essa. Ma nonostante sia difficile, il mondo della realtà virtuale è in continua evoluzione e non si sa davvero dove essa possa spingersi. Solo il tempo, lo studio e la ricerca ci diranno se essa possa essere considerata una risorsa utile al turismo e alla cultura, in grado di integrarle e rendere più ricca l’esperienza reale, o invece un pericolo che ne mina le basi e le snatura.

Nel frattempo, appena questo periodo di forzata quarantena darà i suoi frutti, armiamoci di cartina, mettiamoci scarpe comode, anche se un po’ usurate dai troppi chilometri percorsi, e prepariamoci a scoprire il prossimo angolo di storia e tradizioni. Questa volta non dietro uno schermo, ma per davvero.

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